domenica 18 dicembre 2016

E LA VITA CONTINUA..........

E' più di un anno che non ho scritto più niente, un anno sabatico, un anno strano, passato, scivolato addosso, senza troppe difficoltà, un anno di relegata solitudine, in questo mio inesistente castello, quasi dimenticato da tanti. Ma la vita continua, è proprio vero, non c'è possibilità di arresto o di farla rallentare, almeno per prendersi quel poco tempo per capire, per somatizzare, per cercare di trovare soluzioni, anche dove, ahimè! soluzioni non ci saranno mai. Ma comunque un anno particolare, iniziando dalla chiesa, dove Papa Francesco ha voluto un giubileo straordinario, quello della misericordia, dove però la misericordia umana è ancora assai lontana, quasi come un miraggio. Un anno dove finalmente anche l'Italia ha detto si alle unioni civili, anche per le persone dello stesso sesso, uniformandosi così alla maggioranza degli stati europei. Un anno, dove per me, in parte ho rivissuto qualcosa che apparteneva al mio passato.......... la solitudine!......... Ovviamente vige sempre il detto meglio soli che male accompagnati......... ma ritrovarsi dannatamente soli, dopo aver speso tutta la mia vita, ovviamente fino ad oggi con i miei 52 anni, a donarsi sempre e completamente a coloro che reputavo veri amici, essere sempre presente nei loro tanti momenti belli e brutti, buoni e cattivi, costantemente, fedelmente, assiduamente.......... e dopo 30 - 40 anni di amicizia, tutto finisce perchè la loro era semplicemente una catena di opportunità........... Bhè! l'uomo oggi è molto versatile in tal senso, ha saputo mettere al primo posto nella scala dei valori, l'opportunità!........ E' astuto! è arguto! è macchiavellico!.......... per me è stronzo!!!!!!.......... perdonate questa mia libertà di linguaggio, ma è ciò che penso veramente e niente rende meglio e racchiude in una sola parola, quello che penso. Molti penseranno che sono io l'idiota, per aver permesso ad altri di sfruttarmi a loro vantaggio, per i loro fini, i loro egoistici scopi......... ma voglio ricordare anche se sembra che sia una magra consolazione, che da tutto questo si evince, che il migliore resto io. Non importa quanto tempo ho perso, quanti soldi ho investito male, quante sofferenze alla fine ho riportato a casa e quante lacrime ho versato per il dispiacere. Il migliore sono e resto io, almeno per la mia persona ogni volta che mi guardo allo specchio non devo sputarmi in faccia per aver procurato dolore a qualcuno, per averlo ingannato e ferito terribilmente. Siamo tutti umani, è vero, ma c'è chi vive per sfruttare e complicare la vita agli altri e chi invece con bontà e altruismo, si carica dei problemi altrui, per cercare di risolverli, per trovare una qualsiasi soluzione, perchè l'amico va aiutato e rispettato, oltre a volergli un mondo di bene. E' passato un anno da quando non ci sono più nessuno dei vari amici che avevo, adesso ho conosciuto tantissima gente, tramite la rete, internet, persone vituali, che parlano e condividono con tutti i loro tanti problemi di vita e ricorre sempre la mancata fedeltà di un amico, di una persona che pensavi fosse un vero amico, ma che fino a quando ha potuto, ha saputo sfruttarti, è stato presente ed ora si è eclissato, in cerca di altri polli, di altri facili vittime. Ma sì! sempre meglio perderli che trovarli........ ma è così che purtroppo tra gli umani, s'incrementa la diffidenza e viene sempre meno quella voglia, una volta naturale, di conoscere, di condividere, di relazionarsi e di diventare amici. Moltissimi dei nuovi amici virtuali, mi fanno complimenti per essere e dimostrare quella persona che sono, genuina, altruista, ottimista, simpatica (bontà loro), ma sopratutto vera! Molti mi dicono che faccio la differenza......... ma io lo so che sono la differenza, l'ho sempre saputo, ho sempre peccato per questo mio pensiero di "umiltà". Ma al di la di questa battuta, mi sento umile veramente, perchè l'eccentricità, l'apparire, l'ostentare non fa parte della mia persona, io mi ritengo una persona semplice e umile, con dei bei valori di vita, sopratutto nei sentimenti. Sono vero, perchè dico sempre quello che penso e me ne assumo sempre le responsabilità e ne pago le conseguenze, dove semmai c'è ne fossero. Mi relaziono sempre con ottimismo e entusiasmo, cerco sempre di trovare qualcosa di buono in chiunque sto conoscendo e ogni volta mi chiedo, come potrà questa persona arricchirmi interiormente? rendermi migliore? ............ altri pensano solo all'aspetto materiale, io no! io cerco quello spirituale, quello che uno tiene dentro se, ciò che porta nella sua anima e nel suo cuore, anche cio che gli pesa, che lo rende vulnerabile agli occhi di tanti. E come sempre, mi rimane più facile dare che ricevere. Sono contento, che nonostante le tantissime bastonate prese dalla vita e da coloro che non si sono fatti scrupolo, nel darmele, oggi sono ancora voglioso di conoscere persone, naturalmente punto in alto, cercando di volerle vere e sincere, ma ho imparato in questa vita che tutto è il contrario di tutto e che niente succede per caso e quando si chiude una porta, c'è sempre la possibilità che se apra un'altra e che sia incredibilmente migliore. E allora aspetto, nonostante che la vita continui la sua corsa senza fine, aspetto che dei veri amici siano nuovamente presente nella mia vita, per offrirmi quella possibilità di rendere meno vuota e triste questa mia esistenza terrena, di poter dire nuovamente.......... il mio migliore amico.......... o il mio amico del cuore.......... chissà! solo il tempo potrà darmi ragione, altrimenti mi ritroverò più vecchio più saggio e dannatamente solo!......... ma in ogni caso sempre migliore a tanti che alla fine della loro esistenza comunque, non avranno bei ricordi, ma solo un numero di persone alla quale hanno saputo con arguzia fare del male e prenderle in giro.

sabato 10 ottobre 2015

Quando si rimane soli, ti ritrovi a fare i conti con i tuoi timori, specie di sera quando il buio ti toglie a volte la speranza, quando prendi sempre più coscienza del numero dei tuoi anni vissuti e persi, ma ancora di più ti soffermi a pensare quando ancora la vita ti lascerà contare. Ma in cuor tuo sai che non saranno mai tanti come quelli che ti porti addosso, che ti pesano nell'anima e sul cuore, specie adesso che non ci sono più voci, che si possono mescolare alla tua. L'angoscia spesso ti assale, ti rapisce, rendendoti vulnerabile ad ogni minima difficoltà, al più flebile dolore. Sei solo e nessuno riuscirà più a togierti questa angoscia e questa immensa tristezza che ti porti dentro, con la quale ti addormenti di sera e ritrovi al tuo risveglio la mattina. Vivi per inerzia e la quotidianità ti passa accanto a volte senza neanche a sfiorarti, come se a volte anch'essa volesse prendere le distanze con te. La routine ti uccide lentamente, rendondoti a volte incapace anche di riflettere e pensare, ma comunque vai avanti, senza interesse e nessun stimolo, ma sai che il tuo domani è li, dietro quella porta che devi varcare per uscire o quella persiana che devi aprire, per incontrare questo mondo rumoroso e affollato. Com'è difficile guardarti allo specchio e seppure senza importanza ti riguardi le rughe sul viso senza riuscire a fare a meno di ricordare com'eri....... chi eri....... ma chi c'era che animava le tue giornate e a volte riusciva a farti sentire speciale. Oggi sei quì...... solo......... speciale solo per te stesso, ma lacrime di dolore non cesseranno mai di nascere dai tuoi occhi e rigarti il viso. E pensi............ pensi al tempo che hai perso, ai sogni che più non hai, alle scelte che non hanno più nessuna importanza, perchè di fondo manca la condivisione con qualcuno. Quando si rimane soli, il gelo è dentro le mura della tua casa, ma poco importa perchè ormai tu stesso sei freddo e inanimato. Non vuoi più sorridere alla vita, perchè lei stessa non lo fa più con te, non vuoi più provare o tentare e ti lasci semplicemente andare, come un battello alla deriva, che nessuno può più governare. Solo la lucidità della tua mente ti rende vivo e ti obbliga a pensare e ricordare, a continuarti a farti del male senza sosta, senza tregua e senza inganno. Quando si rimane soli, si è soli veramente, perchè dimenticati o rifiutati a volte anche da se stessi, da quel tuo io interiore che fa sempre più fatica a riconoscerti, a considerarti. Puoi anche piangerti addosso, perchè tanto nessuno lo farà quando più non ci sarai, non farai più parte di questo mondo, ma seppure ostile questa terra, infine ti coprirà come un manto, nascondendoti da un nuovo giorno e dal tuo domani, che più non arriverà, obbligandoti a doverlo vivere, anche se con remissiva rassegnazione e infelice coscienza.

lunedì 23 giugno 2014

RIFLESSIONI

E' da diversi mesi che non posto più qualcosa nel blog, da quando qualcosa di importante e di serio stava accadendo alla mia vita, alla mia salute. Un tumore stava entrando a far parte della mia vita, della mia esistenza...... qualcosa che non mi apparteneva stava pian piano crescendo in me, iniziando a minare il mio corpo, la mia tranquillità, la mia quotidianità, la mia precaria serenità. Bhè! sì quella non c'è mai stata in toto o in pieno, negli anni sono pochi gli episodi dove ricordo di essermi sentito sereno, ma questo fa parte di un altro capitolo della mia storia vissuta. Fino a qualche anno fa..... sei per l'esattezza, nella mia vita la parola tumore era sempre stata una cosa marginale, sentita in televisione, letta nei giornali, nei libri o su internet, ma mai appartenuta a pieno nella mia vita. Con la notizia che una mia zia si era ammalata di questo brutto male e vederla spegnersi nel giro di un anno e mezzo, è stato per me uno choc tremendo. Ho vissuto malissimo quel periodo, tant'è che quando è venuta a mancare non sono riuscito neanche a dargli il mio ultimo saluto. Poi ho conosciuto un ragazzo che sin dal nostro primo chattare mi raccontò della sua brutta avventura con questo terribile male, con tutte le conseguenze che ha procurato a lui e la sua famiglia. Diventati amici, oggi amici del cuore e inseparabili devo dire, l'anno successivo al nostro primo incontro virtuale, ha voluto che lo accompagnassi a Milano per le sue visite annuali e periodiche all'Istituto centro tumori, chiamato anche Besta. Ricorderò sempre quella mattina che ho varcato quella soglia dell'ospedale, la bella giornata di sole, il caldo, pur essendo una giornata all'inizio di maggio...... e mentre il mio amico sbrigava le varie pratiche di accettazione, con file, ticket e quant'altro, nell'androne di questa grande sala, guardando i volti delle persone che vi dimoravano temporaneamente, mi sentivo un privilegiato dalla vita, dentro me, cresceva quella strana sensazione quasi di colpevolezza per non essere uno di loro, per essere e sentirmi diverso, sentirmi bene, stare bene e non provare le preoccupazioni di tanti per l'esito di quella visita, come il mio amico, che a guardarlo voleva essere tranquillo, ma che sotto sotto...... era contento che io fossi lì a sostenerlo, a confermare che non era solo. Quella giornata mi turbò profondamente, vedendo sopratutto vari bambini con segni evidenti sui loro volti, teste, braccia, di quello che era stato il cercare di sconfiggere questo dannato male e comunque non sapere se fino alla fine chi riuscirà a cantare veramente vittoria. In quel posto ho visto che questo male non ha età, non si fa problemi di colore della pelle, differenza di religione, di estrazione sociale, ma anche di diversità di identità, dove almeno per me non esiste e mi riferisco a coloro che noi tutti reputiamo diversi solo per il fatto di essere gay o lesbiche. Ma tornando alla questione di fondo, ho visto che il tumore non si schifa di nessuno è l'unico su questo pianeta che riesce a conquistare chiunque senza porsi problemi di alcun tipo. Non disdegna nessun corpo, vecchio o giovane che sia e si alimenta come un parassita portandolo lentamente alla morte. Negli ultimi 5 anni sono ritornato più e più volte in questo istituto e se anche non ho più subito l'impatto iniziale, qualcosa dentro me comunque mi faceva sentire sempre diverso e sopratutto sempre in vantaggio rispetto a loro. In questi ultimi mesi ho dovuto affrontare anche io questa malattia, ma per mia fortuna e caparbietà devo ammettere, sono riuscito a scoprirlo in tempo, a batterlo sul tempo, almeno spero........ ed ecco che la parola tumore è entrata a pieno nella mia vita, nella mia esistenza quotidiana. Sbigottito all'inizio, anche perchè lo stesso medico curante, ancora oggi è incredulo per l'accaduto, per la specie anomalo di displasia che ho avuto, ma che se lasciato lì, ignorato da parte mia per paura o per altra ragione, fra un po' di mesi certamente non sarebbe stato un tumore di forma benigna, perchè preso nello stadio iniziale, ma certamente sarebbe stato di forma maligna e anche aggressivo, visto la sua vera natura. Anche se mi sento quasi un miracolato per l'essere riuscito a scamparla, sono comunque infastidito e amareggiato che nell'album dei miei ricordi personali debba esistere anche questa parola tremenda e subdola....... che certamente dal giorno che ne è entrata a far parte non andrà più via, perchè adesso più di prima ne avrò terrore e timore e  a qualsiasi sintomo strano e inspiegabile, certamente penserò a lei e alle sua potenzialità....... già solo il fatto che dovrò comunque ogni anno sottopormi a controlli specifici, mi obbligherà a ricordarlo e riviverlo e non andrà più via........ questa è la sensazione che provo. Il mio amico qualche settimana fa è stato congedato, anzi dimesso completamente, perchè dopo dodici anni i medici ritengono che tutto è finito e che la battaglia e la guerra l'ha vinta lui. Il cancro è stato sconfitto ed io ho gioito con lui in quell'ospedale dove altri invece hanno ancora lacrime al posto del sorriso e terrore al posto della gioia. Si è vero si può vincere e si deve andare avanti, continuare a vivere come si faceva fino a quando lui non è entrato nella tua vita, ma non è facile dimenticare, specie per un qualcosa che non riesci a vedere e sentire se non fino a quando potrebbe essere troppo tardi. Prevenire è la cura migliore, la tempestività riesce a giocare un fattore a proprio vantaggio. E' importante farlo per noi stessi e per tutti quelli che amiamo e portiamo nel cuore. Certo non ti assicura di vivere all'infinito, ma certamente ti aiuta ad avere i giorni che ti spettano di diritto nella vita. Oggi non mi sento più un privilegiato, fortunato sì! per aver saputo capire che qualcosa in me non stava funzionando come doveva e allarmarmi con il giusto risultato di riuscire a scamparla alla grande, ma non più un privilegiato........ quella brutta parola ora appartiene anche a me e a volte la sento scolpita nel profondo dell'anima e vorrei cancellarla, dissolverla nell'aria, così come è apparsa...... ma non riesco. La  notte a volte mi risveglio e mi metto a pensare e ripensare a quei momenti dopo aver appena letto il primo risultato istologico e dove mi domandavo: e adesso cosa sarà di me? come farò ad affrontare l'imminente futuro, quali saranno le conseguenze? il lavoro? la normalità? la quotidianità che già non mi stava più appartenendo........
Non è facile e capisco, ma sopratutto mai giudicherò chi fà delle scelte drastiche, ingiuste sicuramente, altamente egoistiche, solo perchè non hanno la forza e il coraggio di affrontare quel domani difficile, quel futuro che si presenta così dannatamente incerto, dove la paura la fa da padrone insieme all'angoscia. Ho ancora un domani e dopo di esso altri giorni a venire e sono grato alla vita per questo e ancor più al mio destino, ma niente sarà più come alcuni mesi fa....... perchè quel segno esiste e resta impresso nel mio cuore e nella mia mente e nessuno mai riuscirà a cancellarlo....... ma la vita va avanti ugualmente e noi cercheremo di viverla nel miglior modo possibile...... ma quando si viene minati in questo modo....... sai che nulla è veramente per sempre e apprezzi anche le cose che prima ti sembravano superflue e insignificanti....... Certamente ne trae vantaggio la tua spiritualità e il tuo modo di vedere le cose, di apprezzare le cose, specie quelle che ti vengono offerte e regalate più di quelle che riesci a conquistare con fatica e di quelle inaspettate per lo più.
In ogni caso è importante non rassegnarsi mai e combattere sempre affinchè la vittoria la si possa conquistare e gratificarsene. Viviamo la vita, ma sopratutto difendiamola ad ogni costo, perchè non esiste bene più prezioso su questo mondo e nella sua vita di ogni uomo.

mercoledì 18 settembre 2013

I versi di una poesia
non appartengono al poeta
o a colui che l'ha scritta,
ma a tutti coloro che la fanno propria,
che la recitano ad un cuore
nel riflesso biancastro della luna,
che la sentono dentro
e si emozionano sempre
anche ricordando una sola riga,
un solo verso o una toccante parola.
La poesia, i suoi versi a volte in rima
sono del mondo,
sono di chi riesce a comprenderla,
sono di chi ne prendono l'ispirazione,
ne catturano il senso,
ne fanno oro nel proprio animo
e argento nel suono della loro voce.
La poesia è di chi la condivide con piacere,
leggendo negli occhi di chi ascolta
le emozioni che suscita,
la commozione che ne provoca,
l'esaltazione che ne causa.
La poesia è vita....
e mai non ci sarà un insieme di parole
che non riusciranno ad emozionare qualcuno,
che a volte non faccia spuntare una pesante lacrima
o un leggero sorriso,
la poesia per chi la ama,
è il suo inferno e al tempo stesso il paradiso,
quello che il poeta si porta dentro
in ogni suo attimo o vacillante momento.
La poesia è cultura,
ma ancor più son semplici parole
che descrivono al meglio ogni mondo
e sua diversa natura.
Amo la poesia
perchè sono i miei passi nel buio,
è vita tra questa mia mani,
nelle cui vene scorre sangue e inchiostro
e tutte le mie idee.
La poesia è di tutti e di nessuno,
ma appartiene soltanto a quel cuore
che la sente nel proprio animo
e la rilegge all'infinito,
facendone rifugio dei suoi giorni andati
e di quelli che verranno,
solo perchè il tempo si è fermato
e tutto rimane in sospeso
in questo mondo a volte perdutamente distratto.

(Gianni Tancredi)

Notte di San Lorenzo




Stelle del cielo svelatemi il vostro segreto,
rapitemi in questa notte
e portatemi sull'uscio di questo antico mistero,
lasciate che possa cadere anch'io
e abbattermi sul sogno
di un solitario viandante straniero,
o abbandonarmi sulle spoglie di un triste e vano pensiero.
Guardo il cielo alla ricerca di una mia stella del destino,
vedo luminosità incredibili
perdendomi su quella via infinita e brillantina,
ed ecco veder una scia
che appare come un miraggio
e subito scompare sul finire dell'orizzonte,
dove la terra si bacia col suo cielo.
Solo il tempo di pensare,
di essere felice per essere lì in quel preciso istante
e carpire quel fuggire istantaneo
di quella solitaria stella cadente,
che vuole raccogliere solo il desiderio di chi la vede
e di tutte quelle persone che restano esterrefatti
e confidano in silenzio ogni proprio intimo pensiero,
nell'augurarsi un futuro migliore,
dimenticando dispiaceri e delusioni.
In questa notte calda
guardiamo le stelle del cielo,
credendo che ancora tutto si possa cambiare,
aspettando solo quel segno tanto atteso,
chiamato prodigio o vana illusione
di questa vita consumata a volte
sui passi già dimenticati di questo nostro eterno correre.
Salvatemi stelle,
ridonatemi lustro e prestigio,
affinchè sempre possa credere e vedere
quanto dannatamente unico e vero sono io.
Cadete mie amiche stelle,
portate sogni alle persone della terra,
speranze vere ai bimbi nei loro angelici sogni,
certezze agli anziani che aspettano pazienti,
lasciate che sempre vi raccontiamo i nostri segreti
e furtivamente li nascondete in quel morire
sulla coda lasciata nella via,
di quella sfuggente e rapida uscita
fatta nel silenzio di questa notte buia e tranquilla.

(Gianni Tancredi)


domenica 9 giugno 2013

La tristezza oggi
m'avviluppa l'anima,
il core s'infiamma
e l'amarezza che ho di dentro
sulle mie labbra s'irradia.
Giornata desolata
di questa vita strana,
l'amore non si presta
e il gioco finisce
dentro la mia testa.
Guard 'o cielo
ma adesso nun tench'
boni pensieri,
il core mi batte lento
cà quasi cercass 'a morte
pè ripusarse da st'inferno.
Sò triste, sò triste assaje,
e anche le lacrime se sò asciugate
pè la solitudine de ste solitarie jurnate,
solo l'amarezze mi scorre
inte 'e vene
e piane piane lu sanghe me
stà diventanne velene.
Guardo al domani
e mi sembra così lontano,
volto le spalle
e il passato è un ricordo
già sfumato,
non so più chi sono
e cosa potrà più arrivarmi in sogno,
il destino è segnato,
a tradimento mi ha sconfitto
e volutamente abbandonato.
Nun tenghe che pene
e vili pensieri,
la vita nun m'appare
com'era a ieri,
sono solo e avvilito
da questo infinito silenzio
e nelle orecchie ascolto
un antico lamento.
Tieni tristezza
prendi tutto quello che mi resta,
alla fine abbandonami anche tu
portandoti via
la voglia di vivere
e la mia battaglia senza resa
di penare su questa maledetta terra
che mai ho inopportunamente offesa.

(Gianni Tancredi)

sabato 23 marzo 2013

IL BENESTARE DELLA CHIESA SUGLI ABUSI E LE VIOLENZE A DANNI DEI MINORI COMMESSI DA UN PRETE.





Sono sempre più allibito e nauseato nel vedere i comportamenti e le reazioni di alcuni uomini
del clero e mi sovviene sempre una domanda, forse lecita, non sò...... ma dove è finita la
cristianità degli uomini ecclesiastici? di coloro che ne vestono i panni e la rappresentano nei vari
gradi, partendo dal semplice prete ad arrivare a tutti i porporati che attorniano il sommo pontefice? Qualche giorno fa, nel visionare un video postato su facebook da amici, riguardante un'inchiesta effettuata dal programma "le Iene" sugli abusi perpetrati ai danni di diversi ragazzi e ragazzini da parte di un prete, Don Nello Giraudo, mi sono reso conto di quanta ipocrisia e falsità esiste nella chiesa, per mano e volere di chi dal pulpito ci incoraggia ad essere veri cristiani, veri uomini, figli timorati di Dio, degni del Nostro Signore. Coloro che a pieno dovrebbero rappresentare l'onestà, la bontà, la carità, l'integrità morale e spirituale della chiesa, della cristianità e della civiltà umana. Loro che dovrebbero essere i portatori sani del messaggio di Cristo, che dovrebbero sempre e ribadisco sempre avere un comportamento limpido e trasparente, quasi a rasentarne la purezza, l'immacolatezza. Ma quando vedi che un prete, un uomo di fede che la processa nei vari atti sacramentali, si macchia di peccati immorali e imperdonabili, dai tratti quasi abominevoli, come gli abusi e le violenze su i minori, sporcando quella tunica che indossa e nonostante tutto resta al proprio posto perchè chi dovrebbe denunciarli, chi dovrebbe rimuoverli dall'incarico, chi dovrebbe allontanarlo per il bene della comunità, chi dovrebbe scomunicarlo, visto la gravità del reato commesso, invece lascia correre, fa finta di non sapere, di non vedere quanto accade, di non vigilare e con grande superficialità lascia che quell' uomo di chiesa, quell'uomo di fede può continuare indisturbato a compiere i suoi crimini, a compiere tutti quegli atti impuri e orrendi a danno di chi invece dovrebbe essere protetto, seguito e accompagnato nel suo cammino di fede. Ma la cosa che mi ha fatto inorridire e arrabbiare furiosamente è stato il vedere la quantità di arroganza e presunzione che questi alti prelati, questi eccelsi porporati hanno avuto e hanno nei confronti di chi chiede "giustamente" spiegazioni in merito a quanto è accaduto. Loro si indignano e si arrabbiano per le domande fatte e per il venire importunati su un argomento forse per loro poco importante e superfluo. Sono così ciechi da non vedere e comprendere come hanno e stanno minando le basi della nostra fede, quelle basi che tengono e sostengono in piedi quello che tutto il vaticano rappresenta per tutti i cristiani, con la sua sacralità. Sono uomini che a mio dire non sono degni di vestire i panni che indossano, perchè la loro coscienza e le loro azioni lasciano trasparire iniquità e ipocrisia e non è giusto. Non è giusto soprattutto per tutte le vittime degli abusi e per tutte le persone che credono, che ascoltano i loro messaggi, le loro invocazioni e i loro "giusti" moniti se venissero pronunciate e restassero nel tempo supportate da azioni coerenti, ma soprattutto vere e corrette. Mi sento tradito anche io da questi comportamenti ingiustificati, in questi anni ho sempre pensato che il mio essere cattolico a volte non fosse propriamente buono e profondo, solo per il fatto di non essere andato a messa la domenica, di aver dimenticato di dire le preghiere o per aver detto qualche bugia seppur a fin di bene. Adesso pensandoci bene, e concedetemi questo piccolo peccato di superbia, credo di essere migliore di loro, che dovrebbero essere al di sopra di qualsiasi peccato, visto tanto più che devono perdonare i nostri, rimettendoli al Signore in confessione. Non è giustificabile il fatto che comunque si tratta di uomini e come ognuno di noi possono fare degli errori, perché umani, perchè questo non è un errore, ma una vera e propria volontà di nascondere e celare anche l'evidenzia dei fatti agli occhi della gente e del mondo. A quanto pare la lealtà viene mostrata e dimostrata soltanto alla loro gerarchia clericale, quasi a misurarsi con una delle tante sette esistenti nel mondo, dove viene anche più facile pensare a quel tipo di abusi e violenze, come hanno spesso riportato negli anni moltissime cronache giornalistiche e televisive. Ormai in questa nostra religione è meglio pensare di essere dei buoni e veri cattolici semplicemente per il fatto di credere e di comportarsi nel modo più appropriato e corretto di come hanno saputo insegnarci i nostri genitori, dando credibilità a tutti quei valori buoni e giusti del quale ogni uomo dovrebbe farne il proprio vangelo quotidiano, al di là di quello che dicono o predicano i tanti uomini di chiesa, anche perchè è risaputo che loro alla fine “predicano bene e razzolano male.


GIANNI TANCREDI